Tutto quello che ho
è il mio sguardo miope e astigmatico sul mondo
(che, comunque, vede meglio di tanti altri)
Tutto quello che ho
è il mio corpo scomodo
imponente, fragile
Tutto quello che ho
è un etto e mezzo di feroce sarcasmo
non di più, non di meno
Tutto quello che ho
è una macchina analitica
che sfreccia nella mia testa
senza assicurazione
Tutto quello che ho
è la paura che m’accompagna
di non riuscire, di non capire
essere solo, essere vivo
Tutto quello che ho
è il mio assoluto talento
nell’essere inaffidabile
e un po’ eremita
Tutto quello che ho
è una betoniera di frasi coraggiose
nella mia bocca impastata
e un esercito di fotografie nel miocardio
che come un diaframma troppo aperto
illuminato a lungo
conosce croce e delizia
della sovraesposizione
Tutto quello che ho
è il gomitolo delle braccia che mi amano,
in bilico tra nebbia e catarsi,
in questa giornata di sole