Come riparare un cuore

Un cuore che non funziona è un gran casino
non è facile da aggiustare.
E se si spezza c’è di peggio
non sai mai da che tecnico portarlo.

Ci sono cuori di cristallo
cuori di catrame
quasi raramente puri,
quasi raramente illesi

Un cuore si ripara in vari modi
uno dei quali prevede
qualche ora di anestesia –
che comunque non ci risparmia
di attendere sull’uscio
case che non accolgono,
amici che non arrivano,
penne perse sul comò
di qualcun altro.
Bussiamo ansiosi, perciò,
sulla soglia del dolore

Un cuore ha bisogno
di potassio e sorrisi sinceri.
Pure di buonsenso se ci tieni,
un vezzo post-operatorio
per chi si dimette prima

Non voglio uccidere un fiore

Vorrei regalarti un fiore,
ma non sono del tutto convinto.
Non voglio uccidere un fiore.

Dovrei strapparlo alla terra
e come un killer da serie tv
avrò le mani insanguinate
avrò le scarpe piene di fango
o come un mandante qualunque
avrò solo la responsabilità,
ma senza troppi rimorsi

E quello cosa può fare
E quello cosa può fare, se non appassire
sorridente in un giorno azzurro
quando calchi il marciapiedi
nel secondo in cui stai per uscire

Ma me lo farò andare bene,
in amore muore sempre qualcuno.
Per una volta, potrebbe essere qualcosa.

Non so scrivere poesie d’amore

Non so scrivere poesie d’amore.
Come si suppone che io ne sia in grado?
Mi chiedo per chi mi abbiate preso.
Chi sono io, Cupido?

Non ce li ho i versi riccioluti e l’acqua di colonia.
Non intingo la penna nell’arcobaleno per nessuno.
Non suono il flauto al galoppo vestito da principe azzurro.
Non ho denaro per cioccolatini. Non sei tutta la mia vita.
Non ho un cuore monoposto. Non pensarci nemmeno.

Il punto è che la quiete in carne ed ossa si cancella con un bacio,
ma è gesto da cretini baciare un foglio bianco.
Ne deduco che sono un cretino.
Perché, capiamoci, posso vivere senza di te,
ma non intendo farlo.

Stammi a sentire.
Posso sorprenderti una volta al giorno.
Posso parlarti con disturbante candore.
Posso sciogliere l’iceberg nelle mie pupille.
Posso offrirti tutti quei momenti
che non dedico alla sopravvivenza.
Posso sostenerti, se mi reggo in piedi.
Posso regalarti graffi, carezze,
la mia psiche irruente e difettosa.
Prendere o lasciare.

Comunque, ti amo tanto.
Come vedi me la cavo
coi giri di parole.

L’umanità è una pessima ingegnera

Portiamo a termine elaborati calcoli matematici
per risolvere i problemi di tutte le geologie
e poi quando il ponte siamo noi
con improbabile inattendibile fiducia diciamo cose come
sì posso sopportare tutto
poi crolliamo

sventriamo le macchine e sostituiamo i pezzi per via dell’usura
e ci stupiamo come bambini di fronte
all’esigenza di cambiare

e nel timore di sbagliare prendiamo misure così precise
da spaccare il capello quasi frattalmente
per poi valutarci nei riflessi distorti degli specchi dei luna park
esprimiamo così, insicuri di noi,
giudizi sommari fino al millimetro

ci guardiamo
ci diciamo
abbiamo sbagliato tutto
facciamo dunque un mucchio di stronzate
eppure nei giudizi negativi non esistono mai
errori di valutazione

nel paradosso che non ne azzecchiamo una,
ma nell’autodistruzione non ci sfugge un dettaglio
posso dire
l’umanità è una pessima ingegnera

Un incendio soltanto

Buongiorno tesori (non) miei
attuali e potenziali
questo cielo è troppo sereno
per dare una forchettata a una morale malnutrita:
ci sono estremità di spaghetti al sugo a sufficienza
per i cani innamorati di tutta la galassia

coltivo un tenero hobby relazionale:
tendo ed estendo le mie piccole radici
ad una bizzarra e infinita costellazione
di muscoli al centro del petto
che funzionano a pieno regime
in maniera altra
per più di uno
per più di una

una strana idea di affetto rizomatico
che mi fa diverso e plurale
atomizzato in una struttura polecolare
pieno della gioia mia e altrui
quella senza amanti
esclusivi

e quindi pare
che questo battito
sia imperfetto e puro
sia soffrire e stare male
sia io e te, non io e voi
sia per due, non per tre, o quattro, cinque
sia un lusso, una droga
sia come il vento
che spegne i fuochi piccoli
e accende quelli grandi
e allora mi chiedo perché
obbligare un piromane
a usare mantici su un incendio
soltanto