Senza paura delle macerie

Senza paura delle macerie
ho passato il tempo a frugare
alla ricerca di nulla in particolare
c’era una cesta per le coscienze sporche
e trovandola sorprendentemente piena
mi sono ricordato di quando mi spingevano
affinché le portassi in lavanderia
o all’estero per fuggire dal problema
in una sorta di crumiraggio emotivo
dai bouquet di fiori di plastica
mi sono detto non rassetto la mia stanza
figuriamoci farlo con l’etica.
Tra i calcinacci trovo fototessere
di vecchi nemici pronti a pucciarsi,
biscotti in un tè di memoria
stantìo su comò di polvere e intarsi
con vetrine rotte e sogni di gloria,
con progetti e aspirazioni a scadenza
per spaccare tutto alla fine della storia,
tra fallimenti e volontà d’impotenza
senza più eserciti di pupazzetti
che ne rimuovano l’ultima scoria.
Non rimane molto ma aiuto sopravvissuti
perché possano camminare anche loro –
senza paura delle macerie.

Non puoi essere uno sbaglio

Pensi sempre
di essere grasso
o di essere brutta
e non riesco a capirti.
Quel che vedo io è un paesaggio,
e nessuno si è mai lamentato
di una montagna troppo piccola,
di un oceano troppo vasto,
di una pianura con troppo vento,
di un bosco in cui cascano
troppe foglie in autunno.
Se in questo disegno casuale
i rovi hanno le more,
credi a me, non puoi essere
uno sbaglio.

Psoriasi

Ho un’ansia sottopelle
che si rinnova più veloce
del suo contenitore: mi ispessisco,
fioccano placche di me.
Per pessima abitudine
gratto fino alla carne viva
e tiro un sospiro di sollievo
quando noto che quel sangue
che mi bolliva nelle vene
per inquieto vivere
non è ancora evaporato.

Assunzione di irresponsabilità

Ieri abbiamo avuto molto da fare
stamane sui quotidiani dicono che siamo avventati
dovremmo piantare i semi di un mondo nuovo
prima di dare fuoco senza riserve al presente

avremmo dovuto farlo secondo gli standard
del rapporto sociale mediato dalle immagini
di repubblicapuntoit o di facebook
cosa dirà mai l’opinione pubblica,
oh madonna santa protettrice dei sondaggisti:
rimetti a noi le nostre belle paternali
come voi non le rivolgete alle rivolte estere

forse non abbiamo le parole giuste
forse non abbiamo gli strumenti adeguati
ma d’altronde le stelle dimostrano
che per illuminare la notte del mondo
ci vuole qualcosa che brucia
e per quel che ne so
la cenere è concime.

Volevo portarti qualcosa di bello

Volevo portarti qualcosa di bello
perciò ho rubato una borsa
per riempirla e regalartela

c’è del sapone per ripulirti dai giudizi altrui
uno specchio più sincero di te, per elaborarne di tuoi
e manciate di baci a punta arrotondata,
per non farti male

volevo solo portarti qualcosa di bello
e per quanto sognavo forte
mi sono svegliato.
Buonanotte
tesoro.