Sono irrazionale
ma non illogico.
Sono irrazionale
come un numero.
È questo il termine rigoroso
per quando non sei esprimibile
in una forma che indichi le parti
tralasciando tutto il resto.
Entropie readymade e disobbedienza incivile
Sono irrazionale
ma non illogico.
Sono irrazionale
come un numero.
È questo il termine rigoroso
per quando non sei esprimibile
in una forma che indichi le parti
tralasciando tutto il resto.
Non ce li ho i versi riccioluti e l’acqua di colonia.
Non intingo la penna nell’arcobaleno per nessuno.
Non suono il flauto al galoppo vestito da principe azzurro.
Non ho denaro per cioccolatini. Non sei tutta la mia vita.
Non ho un cuore monoposto. Non pensarci nemmeno.
Il punto è che la quiete in carne ed ossa si cancella con un bacio,
ma è gesto da cretini baciare un foglio bianco.
Ne deduco che sono un cretino.
Perché, capiamoci, posso vivere senza di te,
ma non intendo farlo.
Stammi a sentire.
Posso sorprenderti una volta al giorno.
Posso parlarti con disturbante candore.
Posso sciogliere l’iceberg nelle mie pupille.
Posso offrirti tutti quei momenti
che non dedico alla sopravvivenza.
Posso sostenerti, se mi reggo in piedi.
Posso regalarti graffi, carezze,
la mia psiche irruente e difettosa.
Prendere o lasciare.
Comunque, ti amo tanto.
Come vedi me la cavo
coi giri di parole.
Se fossi un calciatore
sarei senz’altro un portiere
un guastafeste che disseziona da lontano
il momento concitato dello scontro.
Gioco per una squadra
che non mi concede il suo colore.
Mi porto due disgrazie sulla schiena
quella d’essere il numero uno
e la pretesa di toccare la traversa
restando cogli scarpini per terra.
Se non ci riesco mi sento piccolo.
I riflettori m’accecano e m’imbarazzano
e sono solo al mondo, schivo a fondocampo.
Non cercatemi nelle formazioni,
sempre dalla stessa parte mi troverete.
Non cercatemi tra le figurine:
il mio posto nella storia non è fare gol.
È impedirlo alla maglia sbagliata.