Se fossi un calciatore
sarei senz’altro un portiere
un guastafeste che disseziona da lontano
il momento concitato dello scontro.
Gioco per una squadra
che non mi concede il suo colore.
Mi porto due disgrazie sulla schiena
quella d’essere il numero uno
e la pretesa di toccare la traversa
restando cogli scarpini per terra.
Se non ci riesco mi sento piccolo.
I riflettori m’accecano e m’imbarazzano
e sono solo al mondo, schivo a fondocampo.
Non cercatemi nelle formazioni,
sempre dalla stessa parte mi troverete.
Non cercatemi tra le figurine:
il mio posto nella storia non è fare gol.
È impedirlo alla maglia sbagliata.