Ballata per una benzodiazepina in A minore

Non ho dormito neanche stanotte
non riposo bene da un sacco di tempo
da quando una donna mi tiene sveglio
mi ricorda ogni fallimento e insicurezza
con solerzia un tantino maniacale.
Ha un potere così forte, lei
che gli altri diventano bamboline possedute
e stretti nei loro fili di burattino
dicono che la colpa è mia che non mi impegno per superare tutto questo
(e finisco per crederci pure io)

mi saluta un tale, ma chi t’ha mai visto
buongiorno signore, muori
ci sarebbe voluto un sorriso di circostanza
ma mi mancava l’ingrediente principale
(e comunque cucino male)

c’è una bicicletta da corsa in un vialetto bianco
legata a un lampione spento luccicante sotto un cielo rosa

una cornice coi pedali è irreale
proprio come mi sento io seduto in una saletta d’aspetto
a calcolare il tempo che ci metterà quel vaso di pianti rampicanti sopra il mio cranio
a frantumarsi nelle mie cornee, ora che ho passato molto tempo sopra di me
a fissarmi nello spazio vuoto
a fissarmi nello spazio,
vuoto

piccolo infarto che mi scalci furioso nel petto,
mi sottraggo a te – respiro lentamente, pare che mi aiuterà
ma inghiotto ossigeno come fosse melatonina
affondo le unghie nella lavagna trascinandole come reti da pesca
via, due dite nella presa della corrente per farmi folgorare dalla sensazione
di dover mandar giù lacrime che non ho nemmeno ancora versato
e ogni volta scordo di fare i biglietti per il treno
dei pensieri di merda
ma lei mi ricorda sempre:
offro io

e sono alla stazione quindi, mi tengo sveglio nell’attesa anche qui
e alla biglietteria mi tengo lontano dalla coda delle facili soluzioni
e mi chiedo, mi chiedo chissà se ai passeggeri del titanic l’hanno mai detto
cerca di non affogare.