Letture

Come libri invecchiati in biblioteca
dalle pagine ingiallite con rilegatura debole
immobili sullo scaffale
attendiamo di finire
in buone mani
e farci divorare dai topi
incapaci di leggerci
a vicenda.

Dio sarebbe morto (se fosse nato)

Cosa è bene cosa è male, questo conosco di dio;
vita misteri e lutto, questo insegnano di dio.
Eppure in un belvedere da dita in gola
non ci vuole fede, ma fegato
e questo è ciò che so meglio di dio.

L’autostima è una truffa da telemarketing

Ho paura.
E schifo gli eterni coraggiosi.
Perché ho paura persino
di fare una carezza.
Di uscire fuori dal portone del palazzo.
Delle grate sui marciapiedi.
Degli insetti.
Quando porto le chiappe in piazza
ho paura che i sassi lanciati
mi ritornino dritti in fronte.
Non ricordo mai i nomi.
In mezzo a tutti quelli dai discorsi grandi
ho paura di sbagliare teorie e congiuntivi.
Quando sono emozionato balbetto.
i migliori saranno anche folli,
ma io mi sento soltanto pazzo
senza nessun particolare talento.
Non sopporto le anime belle
con le vite di cristallo
che poi sono vetri sotto i piedi
ficcati nella carne.
M’innamoro degli sconosciuti
per poi scartarli quando li conosco meglio.
Non ho mai messo le corna a nessuno
in compenso tradisco le aspettative.
Dentro e fuori questa stanza
non c’è altro che tempesta
e l’autostima è un’enorme truffa
da telemarketing.

Non sono

Non sono
non sono un’altezza un peso
non sono un sesso, un genere
una casella in un modulo.
Non sono il posto dove vivo. dove sono nato.
non sono tutti quei luoghi dove sono stato,
ma quelli verso cui vado.
Sono il mio vero nome,
quello che mi sono scelto.
Sono i libri di cui amo l’odore,
i film che non oso vedere,
sono ciò che mi imbarazza,
le persone che mi piacciono,
il profumo delle patate nel forno:
le mie battute che non fanno ridere,
ed anche le stupidaggini divertenti.
Sono un milione di piccole cose,
ma evidentemente ognuno sceglie
di vedere il milione di cose
che non sono.

Schermi

Lo schermo è il trapasso onirico.
Il conflitto di pace. Il dolore ammortizzato.
L’elmetto e il kalashnikov dei neutrali.
La solitudine e i mille amici virtuali.
La falsità.  Il numero dei follower.
Lo spettacolo dell’angoscia. Lo zuccherino.
Lo schermo ci avvicina ma non ci sopportiamo.
Gli attriti non finiscono. Guerra di commenti.
Esibizionisti che criticano esibizionisti per mezzo dell’esibizionismo.
Il trademark della noia. Zapping inutile.
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