Carta forbici sasso

Carta batte sasso
sasso batte forbice
forbice batte carta
(tutto chiaro,
conosco il gioco)
carta batte sasso
sasso batte forbice
forbice batte carta
carta batte me

mi è capitato di graffiarmi le dita tra le righe di un romanzo avvincente un saggio coinciso
e non me ne sono lamentato finché non mi è capitata una risma di fogli così appuntiti
da mozzarmi le aspirazioni

usavo forbici a punta arrotondata come da suggerimento
nella vaghissima speranza di non farmi male
ma ora mi chiedo com’è che nessuno mi ha ancora consigliato di  sfogliare
banconote e documenti con guanti da lavoro:
quelli tagliano molto più spesso.

Trio #1

Abbracciato da
una canotta, sorrido
compresso

Non temo culi
né altro, la merda la
conoscevo già

Rumori di noi
di fiamme e glitter,
mi fanno gaio

Anelli

Relazione seria e normalizzata cercasi
solo maschili italiani e col portafogli gonfio
che mi portino in braccio, per sempre:
esattamente come un ergastolo.
Colonizzazione e imperialismo gay
si può, in fondo baby, you’re born this way
ma scegliamo bene i colori delle divise.
Diventiamo militari, combattiamo per la patria
otteniamo pure le briciole di questo pasto a base di merda
fatemi perquisire da un poliziotto e non da una poliziotta,
chi mi pesterà per ammazzarmi, non per farmi godere
ma ti dico che per me le mimetiche di qualsiasi provenienza
non fanno pendant con la bandiera arcobaleno,
e poi nel mondo che mi porto nel culo
non c’è traccia di sorveglianza.
Ed è per questo che quando mi chiedono
se sono uomo o donna, rispondo: frocio.
Non ho un cazzo fra le gambe: sono frocio.
Amo una donna e amo un uomo,
e chi non è donna e non è uomo: contemporaneamente,
sono bisessuale e poliamoroso: sono frocio.
Un banchiere che scopa con un capo di stato è gay:
un pompino sulle barricate è frocio.
Capitalismo sostantivo maschile
voce verbale del verbo schiavizzare,
è un uomo bianco come me
celebrate questo matrimonio omosessuale:
fiori d’arancio, lo spread che sale
dietro l’altare il sogno e un conto mai in rosso:
c’è solo un dio palestinese ma biondo
e vi ama se consumate:
la prima notte nel vostro letto,
e tutte le altre in un centro commerciale.
Abbiate fedi.

Resistere esistere persistere

Stanco
e stressato
lavoro penso troppo
sono arrabbiato tutto il tempo
la colpa è tutta mia
perchè potrei fare di più
ma sono privo di energie e frustrato

adoro le liste
quindi elenco quello che faccio
soltanto per me,
per me

grazie a me
per piangere
finché non sprofondo in un valle di lacrime
risucchiata in un paio di salviette
e il tempo che spendo con la testa annebbiata
col pilota automatico per non schiantarmi
per il cibo che richiede poco tempo
per essere preparato e ingurgitato
per il web che navigo galleggiando come un morto
gli aggiornamenti vaghi, gli errori
per non tenermi sempre tutto dentro
per la ricerca di attenzioni.
Faccio del mio meglio.

Avevo conosciuto due persone
la ragazza che non sono
il ragazzo che pensavo di non poter essere
ma poi ho deciso di emanciparmi
anche se non esistono centri antiviolenza
per proteggere uno da sè stesso
non esistono, no
la normalità è incoscienza
mi manca e non m’interessa
che l’ultima democrazia si impicchi
con le budella dell’ultimo sociologo
sono ancora vivo
sono ancora qui.

Non sono

Non sono
non sono un’altezza un peso
non sono un sesso, un genere
una casella in un modulo.
Non sono il posto dove vivo. dove sono nato.
non sono tutti quei luoghi dove sono stato,
ma quelli verso cui vado.
Sono il mio vero nome,
quello che mi sono scelto.
Sono i libri di cui amo l’odore,
i film che non oso vedere,
sono ciò che mi imbarazza,
le persone che mi piacciono,
il profumo delle patate nel forno:
le mie battute che non fanno ridere,
ed anche le stupidaggini divertenti.
Sono un milione di piccole cose,
ma evidentemente ognuno sceglie
di vedere il milione di cose
che non sono.