Volevo portarti qualcosa di bello

Volevo portarti qualcosa di bello
perciò ho rubato una borsa
per riempirla e regalartela

c’è del sapone per ripulirti dai giudizi altrui
uno specchio più sincero di te, per elaborarne di tuoi
e manciate di baci a punta arrotondata,
per non farti male

volevo solo portarti qualcosa di bello
e per quanto sognavo forte
mi sono svegliato.
Buonanotte
tesoro.

Il sentimentale è politico

Non posso biasimare
alcuni detrattori
anche a me non frega nulla
di una politica che esclude l’amicizia
dei tomi che non battono mai ciglio.
Perché non usare i sentimenti
per rovesciare i governi?
usiamoli per fottere il potere,
e magari anche noi stessi –
per imparare di nuovo a lacrimare,
a urlare, a sbattere sui muri la passione
a sanguinarci, sulle cose. Spaccare tutto.
A disimparare l’ego e innamorarsi delle conseguenze.
E’ ancora possibile essere viscerali,
coinvolgersi nella propria esistenza.
Non possiamo lasciare che qualche lazzaro della dialettica
ci prenda il cuore in ostaggio –
d’ora in poi su ogni servizio pubblico
scriverò che il sentimentale
è politico.

Numeri

Conto i peli delle tue sopracciglia
le volte che il tuo petto sale e scende
i ticchettii del tuo orologio biologico
che scorrono fino alla punta delle dita.
Conto le linee sulla tua mano sinistra
stringendola nella mia,
i lassi di tempo lasciati nel comò
che trovo e tiro fuori per tenermeli in tasca
continuando a contare
le maniere in cui mi fai sorridere
i segreti che condividiamo
il numero dei movimenti
quando dormi,
il tuo respiro calmo
a portata d’epidermide:
e quel che è più importante,
è che nessuno può portarmi via
tutti questi numeri.

Cuore di cyborg

Quando ti avvicini a me
non aspettarti che ti tenga fra le mani
come tengo una rosa scappata dal vivaio,
un piccolo robot arrugginito e triste
o una rabbia alimentata a malelingue,
nel petto fra cavi e sangue.
Però so resistere, rapida d’acido,
erompo anch’io dalla tirannia degli argini;
posso allungarmi a ripescarti,
se il tuo vagone, innamorato di carbone,
è deragliato nelle tue voragini.
Non sarò una stanza isolata dal mondo,
ma forse un cerotto sì.