Portiamo a termine elaborati calcoli matematici
per risolvere i problemi di tutte le geologie
e poi quando il ponte siamo noi
con improbabile inattendibile fiducia diciamo cose come
sì posso sopportare tutto
poi crolliamo
sventriamo le macchine e sostituiamo i pezzi per via dell’usura
e ci stupiamo come bambini di fronte
all’esigenza di cambiare
e nel timore di sbagliare prendiamo misure così precise
da spaccare il capello quasi frattalmente
per poi valutarci nei riflessi distorti degli specchi dei luna park
esprimiamo così, insicuri di noi,
giudizi sommari fino al millimetro
ci guardiamo
ci diciamo
abbiamo sbagliato tutto
facciamo dunque un mucchio di stronzate
eppure nei giudizi negativi non esistono mai
errori di valutazione
nel paradosso che non ne azzecchiamo una,
ma nell’autodistruzione non ci sfugge un dettaglio
posso dire
l’umanità è una pessima ingegnera