Cyborg, robot ed altri conflitti di corpi e tecnica
hanno spesso la mia adorazione, perché, in fondo, lo sono anch’io
altrimenti non saprei spiegarmi
com’è che mi ossido così facilmente e velocemente
che tutte le mie magliette nere – cioè tutto il mio armadio,
si ricoprono di scaglie che si fanno corazza:
una meraviglia di esoscheletro più o meno albino
realizzato saldando imbarazzo e patologia autoimmune.
Ho una strana configurazione che mi consente di interagire
soltanto con qualcosa di programmabile,
fatta eccezione per impegni e felini;
eseguo soltanto ordini precisi, stupido come un computer
ma solo quando mi va, furbo come un anarchico.
Con questo mio contenitore di metallo rosa chiaro
posso viaggiare pensare urlare creare,
dare e ricevere orgasmi, prendere il mio pianeta a schiaffi
e costruire navicelle spaziali, per raggiungerne uno
dove sarò il risultato di rapporti di ri/produzione
fatti di solo affetto sessuato senza biopolitica spicciola,
dove gli appuntamenti al buio tra me e la mia (r)esistenza
non mi ricoprano di psicosomatismi da stress,
ma di rossetto e lotta di classe.
Purché sia con stile.
Anelli
Relazione seria e normalizzata cercasi
solo maschili italiani e col portafogli gonfio
che mi portino in braccio, per sempre:
esattamente come un ergastolo.
Colonizzazione e imperialismo gay
si può, in fondo baby, you’re born this way
ma scegliamo bene i colori delle divise.
Diventiamo militari, combattiamo per la patria
otteniamo pure le briciole di questo pasto a base di merda
fatemi perquisire da un poliziotto e non da una poliziotta,
chi mi pesterà per ammazzarmi, non per farmi godere
ma ti dico che per me le mimetiche di qualsiasi provenienza
non fanno pendant con la bandiera arcobaleno,
e poi nel mondo che mi porto nel culo
non c’è traccia di sorveglianza.
Ed è per questo che quando mi chiedono
se sono uomo o donna, rispondo: frocio.
Non ho un cazzo fra le gambe: sono frocio.
Amo una donna e amo un uomo,
e chi non è donna e non è uomo: contemporaneamente,
sono bisessuale e poliamoroso: sono frocio.
Un banchiere che scopa con un capo di stato è gay:
un pompino sulle barricate è frocio.
Capitalismo sostantivo maschile
voce verbale del verbo schiavizzare,
è un uomo bianco come me
celebrate questo matrimonio omosessuale:
fiori d’arancio, lo spread che sale
dietro l’altare il sogno e un conto mai in rosso:
c’è solo un dio palestinese ma biondo
e vi ama se consumate:
la prima notte nel vostro letto,
e tutte le altre in un centro commerciale.
Abbiate fedi.
Senza paura delle macerie
Senza paura delle macerie
ho passato il tempo a frugare
alla ricerca di nulla in particolare
c’era una cesta per le coscienze sporche
e trovandola sorprendentemente piena
mi sono ricordato di quando mi spingevano
affinché le portassi in lavanderia
o all’estero per fuggire dal problema
in una sorta di crumiraggio emotivo
dai bouquet di fiori di plastica
mi sono detto non rassetto la mia stanza
figuriamoci farlo con l’etica.
Tra i calcinacci trovo fototessere
di vecchi nemici pronti a pucciarsi,
biscotti in un tè di memoria
stantìo su comò di polvere e intarsi
con vetrine rotte e sogni di gloria,
con progetti e aspirazioni a scadenza
per spaccare tutto alla fine della storia,
tra fallimenti e volontà d’impotenza
senza più eserciti di pupazzetti
che ne rimuovano l’ultima scoria.
Non rimane molto ma aiuto sopravvissuti
perché possano camminare anche loro –
senza paura delle macerie.
Non puoi essere uno sbaglio
Pensi sempre
di essere grasso
o di essere brutta
e non riesco a capirti.
Quel che vedo io è un paesaggio,
e nessuno si è mai lamentato
di una montagna troppo piccola,
di un oceano troppo vasto,
di una pianura con troppo vento,
di un bosco in cui cascano
troppe foglie in autunno.
Se in questo disegno casuale
i rovi hanno le more,
credi a me, non puoi essere
uno sbaglio.
Psoriasi
Ho un’ansia sottopelle
che si rinnova più veloce
del suo contenitore: mi ispessisco,
fioccano placche di me.
Per pessima abitudine
gratto fino alla carne viva
e tiro un sospiro di sollievo
quando noto che quel sangue
che mi bolliva nelle vene
per inquieto vivere
non è ancora evaporato.